SANT'ANATOLIA VERGINE E MARTIRE
Della chiesa non si conosce l'anno di fondazione ma l'intitolazione farebbe pensare alla presenza di un antico sacello bizantino; mentre in periodo alto-medievale pare si trovasse nei pressi, una chiesa rupestre forse poi trasformatasi nel luogo di culto del villaggio medievale di Canake, il quale doveva sorgere a ovest dell'attuale frazione di Caniga.
Le strutture più antiche dell'edificio risalgono al '500 e infatti la prima scritta è rintracciabile in un documento del 1571 a cura dell'arcivescovo Martino Martinez de Villar, che la elenca tra le 46 chiese campestri annesse alla mensa Turritana; da questo periodo in poi, negli archivi è possibile reperire notizie che la riguardano per i secoli successivi.
Originariamente l'asse liturgico era rivolto in direzione opposta e ciò lo si può notare nell'attuale atrio, ai cui angoli sono visibili i capitelli alla base dei costoloni della volta a crociera, indizio che tale spazio dovette essere l'antico presbiterio; questi capitelli sono decorati con figure di angeli uno dei quali regge in mano uno stemma o uno scudo, mentre l'altro una corona. L'asse venne invertito probabilmente nel Settecento per ragioni di staticità, difatti i due ampi archi cinquecenteschi, che dividono la navata in tre campatelle, furono inglobati in strutture meno ampie. Anche la presenza dei contrafforti denota l'esigenza di stabilità ma non è certo il periodo della loro realizzazione; essi furono successivamente incorporati dalle murature degli annessi canonicali, oggi utilizzati per lo svolgimento delle attività del comitato, un tempo chiamati "muristene". Due di questi ambienti infatti in passato erano dotati di fornelli in pietra e vasca, mentre un terzo vano costituiva l'antica sacrestia la cui porta di comunicazione con l'originario presbiterio, appare oggi murata; infine, l'ultima sala, corrisponde invece all'attuale sacrestia.
La navata della chiesa presenta una copertura lignea a doppia falda che sostituisce l'antico incannucciato, rimosso durante uno degli ultimi restauri. La volta a botte del presbiterio accoglie un affresco del XIX secolo, nel quale è rappresentato un cielo azzurro con 17 cherubini e una figura femminile centrale, probabilmente la Santa titolare, che reca in mano un rametto di ulivo con i frutti, simbolo della forte vocazione agricola di questo territorio. Sempre presso il presbiterio si possono osservare due angeli affrescati attribuibili al XVIII secolo ed ancora un'allegoria dell'eucarestia del XIX secolo.
Nell'altare maggiore si trova la statua in cartapesta policroma della Santa, degli inizi del XX secolo, donata in cambio dell'antica, così come quella di Santa Vittoria sua compagna di martirio, che è riposta nel proprio altare, presso la terza cappella a destra.
Tra gli arredi principali si ricordano il confessionale settecentesco, proveniente dal duomo di San Nicola, l'acquasantiera cinquecentesca, in pietra locale sorretta da un fusto in trachite e la teca degli ex-voto a Sant'Anatolia.
Esternamente l'edificio appare molto semplice, la facciata timpanata è decorata solo da una cornice marcapiano e da una piccola nicchia al di sopra del portale; due piccole campane di fine Ottocento trovano posto nel campanile a vela laterale, la cui base rinforzata è visibile negli ambienti interni.
Oltre i tipici ex-voto in argento, le donazioni dei fedeli negli anni hanno portato alla formazione del cosiddetto "tesoro della Santa", costituito da diversi gioielli che vengono recati in processione insieme alla sua statua, in occasione della festività. La chiesa è inoltre dotata di una serie di oggetti sacri, desiderosi di valorizzazione, come una campana del 1603, una mensa d'altare settecentesca, la chiave dell'antico portale e numerosi altri ancora.
Scheda a cura di Simone Sanna, studioso in Beni Culturali
La festa
Terza domenica di settembre, preceduta da un triduo. Nella mattina di domenica la statua è portata in processione insieme al simulacro di Santa Anatolia, partendo dalla parrocchia di San Domenico, per fare ritorno alla chiesetta, dove viene officiata la messa cantata. A questa segue la cerimonia dell'Integru, cioè lo scambio delle bandiere tra gli obrieri
Dal 1945 nella seconda o terza domenica di maggio, viene celebrata anche Santa Vittoria
Come si raggiunge
Arrivare alla frazione Caniga, raggiungibile direttamente da Sassari, oppure imboccando lo svincolo sulla Statale 131, all'altezza del km 211. Seguendo la Strada Vicinale Sant'Anatolia, si arriva alla chiesetta percorrendo poche centinaia di metri
Per saperne di più
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Le strutture più antiche dell'edificio risalgono al '500 e infatti la prima scritta è rintracciabile in un documento del 1571 a cura dell'arcivescovo Martino Martinez de Villar, che la elenca tra le 46 chiese campestri annesse alla mensa Turritana; da questo periodo in poi, negli archivi è possibile reperire notizie che la riguardano per i secoli successivi.
Originariamente l'asse liturgico era rivolto in direzione opposta e ciò lo si può notare nell'attuale atrio, ai cui angoli sono visibili i capitelli alla base dei costoloni della volta a crociera, indizio che tale spazio dovette essere l'antico presbiterio; questi capitelli sono decorati con figure di angeli uno dei quali regge in mano uno stemma o uno scudo, mentre l'altro una corona. L'asse venne invertito probabilmente nel Settecento per ragioni di staticità, difatti i due ampi archi cinquecenteschi, che dividono la navata in tre campatelle, furono inglobati in strutture meno ampie. Anche la presenza dei contrafforti denota l'esigenza di stabilità ma non è certo il periodo della loro realizzazione; essi furono successivamente incorporati dalle murature degli annessi canonicali, oggi utilizzati per lo svolgimento delle attività del comitato, un tempo chiamati "muristene". Due di questi ambienti infatti in passato erano dotati di fornelli in pietra e vasca, mentre un terzo vano costituiva l'antica sacrestia la cui porta di comunicazione con l'originario presbiterio, appare oggi murata; infine, l'ultima sala, corrisponde invece all'attuale sacrestia.
La navata della chiesa presenta una copertura lignea a doppia falda che sostituisce l'antico incannucciato, rimosso durante uno degli ultimi restauri. La volta a botte del presbiterio accoglie un affresco del XIX secolo, nel quale è rappresentato un cielo azzurro con 17 cherubini e una figura femminile centrale, probabilmente la Santa titolare, che reca in mano un rametto di ulivo con i frutti, simbolo della forte vocazione agricola di questo territorio. Sempre presso il presbiterio si possono osservare due angeli affrescati attribuibili al XVIII secolo ed ancora un'allegoria dell'eucarestia del XIX secolo.
Nell'altare maggiore si trova la statua in cartapesta policroma della Santa, degli inizi del XX secolo, donata in cambio dell'antica, così come quella di Santa Vittoria sua compagna di martirio, che è riposta nel proprio altare, presso la terza cappella a destra.
Tra gli arredi principali si ricordano il confessionale settecentesco, proveniente dal duomo di San Nicola, l'acquasantiera cinquecentesca, in pietra locale sorretta da un fusto in trachite e la teca degli ex-voto a Sant'Anatolia.
Esternamente l'edificio appare molto semplice, la facciata timpanata è decorata solo da una cornice marcapiano e da una piccola nicchia al di sopra del portale; due piccole campane di fine Ottocento trovano posto nel campanile a vela laterale, la cui base rinforzata è visibile negli ambienti interni.
Oltre i tipici ex-voto in argento, le donazioni dei fedeli negli anni hanno portato alla formazione del cosiddetto "tesoro della Santa", costituito da diversi gioielli che vengono recati in processione insieme alla sua statua, in occasione della festività. La chiesa è inoltre dotata di una serie di oggetti sacri, desiderosi di valorizzazione, come una campana del 1603, una mensa d'altare settecentesca, la chiave dell'antico portale e numerosi altri ancora.
Scheda a cura di Simone Sanna, studioso in Beni Culturali
La festa
Terza domenica di settembre, preceduta da un triduo. Nella mattina di domenica la statua è portata in processione insieme al simulacro di Santa Anatolia, partendo dalla parrocchia di San Domenico, per fare ritorno alla chiesetta, dove viene officiata la messa cantata. A questa segue la cerimonia dell'Integru, cioè lo scambio delle bandiere tra gli obrieri
Dal 1945 nella seconda o terza domenica di maggio, viene celebrata anche Santa Vittoria
Come si raggiunge
Arrivare alla frazione Caniga, raggiungibile direttamente da Sassari, oppure imboccando lo svincolo sulla Statale 131, all'altezza del km 211. Seguendo la Strada Vicinale Sant'Anatolia, si arriva alla chiesetta percorrendo poche centinaia di metri
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