SAN PASQUALE BAYLON
Nota: la chiesa si trova in territorio di Sorso, ma è sempre stata pertinente alla comunità di Sassari
E' conosciuta come San Pasquale di Malafede in quanto si trova nell'omonima località; posta presso il confine tra i comuni di Sassari e Sorso, ricade in quest'ultimo per poche decine di metri, ma tradizionalmente conta come appartenente a Sassari, di cui è considerata chiesa campestre.
Dall'Archivio Storico Pittorico di Enrico Costa, sappiamo che la chiesetta, che è sempre stata di proprietà privata, venne costruita da Michele Dais (Dessì però come indicato sempre dal Costa nella pubblicazione "Sassari") nel 1780 e per circa un secolo possedette la campana appartenuta alla chiesa urbana sassarese della Nostra Signora della Misericordia, finita poi in un predio privato e della quale nulla più si conosce.
L'edificio, restaurato di recente, è inglobato all'interno di una piccola masseria quadrilatera, un'azienda agricola circondata da uliveti, dotata di abitazione, magazzini e cortile centrale provvisto di pozzo per l'acqua. Nella pavimentazione di questo piazzale è infissa una marmetta a base quadrata e parte superiore semicircolare; in essa si leggono, il simbolo IHS e due lettere B e S, mentre un'altra scritta risulta illeggibile. La presenza del simbolo, che è adottato anche dall'Ordine Gesuitico, ha lasciato supporre che l'edificio fosse appartenuto a tale congregazione ma ciò sarebbe da escludere, perchè il santo titolare della chiesetta, Pasquale Baylon, era un frate francescano.
La facciata del tempio si apre all'esterno del complesso, in direzione nord, ha la parete intonacata e dipinta in celestino, mentre le paraste, gli stipiti del portale e l'oculo, sono in pietra a vista. Anticamente, ai lati dell'ingresso erano collocate due panche in pietra e dopo la loro rimozione, sono stati posati due proiettili sferici litici per catapulta. L'oculo a rene presenta tra i due risvolti, una decorazione a forma di coccarda; poco più sopra, alla base del campaniletto a vela, si trova un fastigio spezzato, con al centro un volto in pietra, purtroppo parecchio degradato.
La piccola aula in origine era forse voltata a botte nella porzione presbiteriale, ma oggi è coperta da un tavolato a capanna, di restauro; l'altare a muro è lievemente rialzato grazie a due bassi gradini, i cui contorni sono formati da lastre di pietra; all'altezza del livello superiore dell'altare, si apre la nicchia nella quale trova posto la moderna statua del titolare, mentre l'antico simulacro, privo di mani ed in attesa di restauro, è riposto su un tavolino. Tra gli scarni arredi, merita una nota l'acquasantiera con decorazione e murata alla parete
Scheda a cura di Alessandro Ponzeletti, specializzato in Studi Sardi - Indirizzo Artistico-Archeologico
La festa
E' di proprietà privata ed i coniugi che vi abitano la aprono per rare occasioni e per la festa che si svolge il 17 maggio con una celebrazione serale e la cena a base di pecora in cappotto
Come si raggiunge
All'altezza dell'ospedale San Camillo di Sassari, svoltare seguendo le segnalazioni per la chiesa campestre di San Giacomo, che insieme alla vicinissima Santa Maria, si trova in territorio di Sassari. Proseguire sulla strada vicinale Taniga San Giacomo Medas e percorrerla per 2,3 km sino all'incrocio con la strada vicinale San Pasquale, che non è asfaltata: imboccarla e percorrerla per 400 metri, sino a raggiungere un ingresso sulla destra con sbarra metallica. La chiesa, che ricade nelle pertinenze territoriali del Comune di Sorso, si trova nei pressi e fa parte di un fabbricato ancora abitato
E' conosciuta come San Pasquale di Malafede in quanto si trova nell'omonima località; posta presso il confine tra i comuni di Sassari e Sorso, ricade in quest'ultimo per poche decine di metri, ma tradizionalmente conta come appartenente a Sassari, di cui è considerata chiesa campestre.
Dall'Archivio Storico Pittorico di Enrico Costa, sappiamo che la chiesetta, che è sempre stata di proprietà privata, venne costruita da Michele Dais (Dessì però come indicato sempre dal Costa nella pubblicazione "Sassari") nel 1780 e per circa un secolo possedette la campana appartenuta alla chiesa urbana sassarese della Nostra Signora della Misericordia, finita poi in un predio privato e della quale nulla più si conosce.
L'edificio, restaurato di recente, è inglobato all'interno di una piccola masseria quadrilatera, un'azienda agricola circondata da uliveti, dotata di abitazione, magazzini e cortile centrale provvisto di pozzo per l'acqua. Nella pavimentazione di questo piazzale è infissa una marmetta a base quadrata e parte superiore semicircolare; in essa si leggono, il simbolo IHS e due lettere B e S, mentre un'altra scritta risulta illeggibile. La presenza del simbolo, che è adottato anche dall'Ordine Gesuitico, ha lasciato supporre che l'edificio fosse appartenuto a tale congregazione ma ciò sarebbe da escludere, perchè il santo titolare della chiesetta, Pasquale Baylon, era un frate francescano.
La facciata del tempio si apre all'esterno del complesso, in direzione nord, ha la parete intonacata e dipinta in celestino, mentre le paraste, gli stipiti del portale e l'oculo, sono in pietra a vista. Anticamente, ai lati dell'ingresso erano collocate due panche in pietra e dopo la loro rimozione, sono stati posati due proiettili sferici litici per catapulta. L'oculo a rene presenta tra i due risvolti, una decorazione a forma di coccarda; poco più sopra, alla base del campaniletto a vela, si trova un fastigio spezzato, con al centro un volto in pietra, purtroppo parecchio degradato.
La piccola aula in origine era forse voltata a botte nella porzione presbiteriale, ma oggi è coperta da un tavolato a capanna, di restauro; l'altare a muro è lievemente rialzato grazie a due bassi gradini, i cui contorni sono formati da lastre di pietra; all'altezza del livello superiore dell'altare, si apre la nicchia nella quale trova posto la moderna statua del titolare, mentre l'antico simulacro, privo di mani ed in attesa di restauro, è riposto su un tavolino. Tra gli scarni arredi, merita una nota l'acquasantiera con decorazione e murata alla parete
Scheda a cura di Alessandro Ponzeletti, specializzato in Studi Sardi - Indirizzo Artistico-Archeologico
La festa
E' di proprietà privata ed i coniugi che vi abitano la aprono per rare occasioni e per la festa che si svolge il 17 maggio con una celebrazione serale e la cena a base di pecora in cappotto
Come si raggiunge
All'altezza dell'ospedale San Camillo di Sassari, svoltare seguendo le segnalazioni per la chiesa campestre di San Giacomo, che insieme alla vicinissima Santa Maria, si trova in territorio di Sassari. Proseguire sulla strada vicinale Taniga San Giacomo Medas e percorrerla per 2,3 km sino all'incrocio con la strada vicinale San Pasquale, che non è asfaltata: imboccarla e percorrerla per 400 metri, sino a raggiungere un ingresso sulla destra con sbarra metallica. La chiesa, che ricade nelle pertinenze territoriali del Comune di Sorso, si trova nei pressi e fa parte di un fabbricato ancora abitato