SANT'ELIA PROFETA
Era nota come Sant'Elia al Monte in quanto si trovava alla falda del così detto 'Monte Rosello', ossia l'altura digradante verso maestrale su cui oggi sorgono alcuni quartieri residenziali della Sassari moderna. Uniche notizie sulla chiesa prese dal Sassari di Enrico Costa (vol. II, pp. 1197-98): è ricordata come chiesa "extra muros" della città, posta a una certa distanza, nell'atto del 31 agosto 1571 con cui
l'Arcivescovo Martino Martinez Villa "unisce" i frutti delle rendite derivanti da pertinenze e terre di 46 chiese campestri alla Chiesa Cattedrale Turritana; Sant'Elia è poi menzionata nelle Congregazioni Capitolari avvenute tra il 1597 e il 1617, ma non è riportato dal Costa quante volte e in quali anni. Il piccolo tempio fu poi citato dal poemetto "Verdadera relatiòn delle cose meravigliose che avvennero nella città di Sassari nel 1648" del Padre cappuccino Antonio Sortes (poemetto di 208 stanze, stampato nel 1649). Nel poema, dedicato al Crocifisso miracoloso della chiesa parrocchiale sassarese di Sant'Apollinare, Sortes scrive nella stanza 63, dell'edificio che è indicato come "povero", a dimostrare la semplicità e l'essenzialità che la chiesa dedicata al santo profeta doveva presentare al fedele; ecco il testo:
Secretos anduvieron hasta el monte
Do San elias tiene el pobre Templo,
Y con sus disciplinas à Aqueronte
Dieron mucha afliciòn (como contemplo),
Y si bien obscuro el orizonte
Porque la gente de esto tome ejemplo,
Mandan los Cielos luego à publicarlo,
Porque venga la gente a imitarlo.
Trovo poi menzione della chiesa, come ancora esistente, nel Cessato Catasto Agricolo del 1876, al Mappale 3269 Frazione I² : "Chiesa di Sant'Elia", con accesso dalla "Strada per Sorso", confinante con gli eredi "Mela di Sant'Elia" (map. 3267) e le Monache Cappuccine (map. 3268), corrispondente nella mappa stilata nel 1864. La mappa dimostra come il piccolo tempio sorgesse nell'area oggi prossima alla Via Pirandello, lato destro percorrendola in direzione Sorso. Nell'area oggi non si distingue alcuna vestigia della chiesa: propendo, confrontando la vecchia mappa ottocentesca con l'attuale situazione, che l'edificio fosse collocato nel campo tra la rotatoria posta all'innesto con la Strada Provinciale 60 "Buddi Buddi" e la prima curva a tornante (discesa verso la valle di Logulentu) della Strada Statale 200 Sorso e Sennori
Scheda a cura di Alessandro Ponzeletti, specializzato in Studi Sardi, Indirizzo artistico-archeologico
Giovanni Deriu, studioso di storia medievale, ritiene che la chiesa di Sant’Elia del monte, citata nel Condaghe di San Pietro di Silki (scheda 205, datata 1127 - 1150: "assa festa de sanct'Elias siates in su Monte"), presso la quale i giudici logudoresi ogni martedì dopo Pasqua, celebravano la “Korona de logu”, ossia l’assemblea più solenne del regno, alla quale potevano prendere parte liberi e schiavi, sia stata questa e non la Sant’Elia in territorio di Siligo, come ritengono generalmente gli storiografi
l'Arcivescovo Martino Martinez Villa "unisce" i frutti delle rendite derivanti da pertinenze e terre di 46 chiese campestri alla Chiesa Cattedrale Turritana; Sant'Elia è poi menzionata nelle Congregazioni Capitolari avvenute tra il 1597 e il 1617, ma non è riportato dal Costa quante volte e in quali anni. Il piccolo tempio fu poi citato dal poemetto "Verdadera relatiòn delle cose meravigliose che avvennero nella città di Sassari nel 1648" del Padre cappuccino Antonio Sortes (poemetto di 208 stanze, stampato nel 1649). Nel poema, dedicato al Crocifisso miracoloso della chiesa parrocchiale sassarese di Sant'Apollinare, Sortes scrive nella stanza 63, dell'edificio che è indicato come "povero", a dimostrare la semplicità e l'essenzialità che la chiesa dedicata al santo profeta doveva presentare al fedele; ecco il testo:
Secretos anduvieron hasta el monte
Do San elias tiene el pobre Templo,
Y con sus disciplinas à Aqueronte
Dieron mucha afliciòn (como contemplo),
Y si bien obscuro el orizonte
Porque la gente de esto tome ejemplo,
Mandan los Cielos luego à publicarlo,
Porque venga la gente a imitarlo.
Trovo poi menzione della chiesa, come ancora esistente, nel Cessato Catasto Agricolo del 1876, al Mappale 3269 Frazione I² : "Chiesa di Sant'Elia", con accesso dalla "Strada per Sorso", confinante con gli eredi "Mela di Sant'Elia" (map. 3267) e le Monache Cappuccine (map. 3268), corrispondente nella mappa stilata nel 1864. La mappa dimostra come il piccolo tempio sorgesse nell'area oggi prossima alla Via Pirandello, lato destro percorrendola in direzione Sorso. Nell'area oggi non si distingue alcuna vestigia della chiesa: propendo, confrontando la vecchia mappa ottocentesca con l'attuale situazione, che l'edificio fosse collocato nel campo tra la rotatoria posta all'innesto con la Strada Provinciale 60 "Buddi Buddi" e la prima curva a tornante (discesa verso la valle di Logulentu) della Strada Statale 200 Sorso e Sennori
Scheda a cura di Alessandro Ponzeletti, specializzato in Studi Sardi, Indirizzo artistico-archeologico
Giovanni Deriu, studioso di storia medievale, ritiene che la chiesa di Sant’Elia del monte, citata nel Condaghe di San Pietro di Silki (scheda 205, datata 1127 - 1150: "assa festa de sanct'Elias siates in su Monte"), presso la quale i giudici logudoresi ogni martedì dopo Pasqua, celebravano la “Korona de logu”, ossia l’assemblea più solenne del regno, alla quale potevano prendere parte liberi e schiavi, sia stata questa e non la Sant’Elia in territorio di Siligo, come ritengono generalmente gli storiografi